Le licenze Creative Commons
La normativa sul diritto di autore sottopone (almeno in teoria) le proprie opere ad un regolamentazione sul loro utilizzo molto restrittiva (Copyright o “Tutti i diritti riservati“). Spesso può essere proficuo da parte dell’autore condividere la propria opera con gli utenti in modo da poterla diffondere il più possibile. Per facilitare la circolazione dell’opera è necessario quindi diminuire tali restrizioni (da qui il termine “licenza” che significa “permesso”,”consenso”, fate attenzione a questo, le licenze non tutelano anzi fanno l’opposto).
Ora la completa assenza di alcuna formula restrittiva, compresa la paternità dell’opera, definisce un opera di Pubblico Dominio (Public Domain). Tale modalità è raramente quella desiderata dall’autore. Le licenze Creative Commons vanno a creare vari livelli di licenze intermedie tra un’opera sotto Copyright e una sotto Pubblico Dominio.
A tale proposito, le licenze Creative Commons rappresentano una modalità standard per dare pubblicamente il permesso di condividere e utilizzare il lavoro creativo in base alle condizioni stabilite dai creatori.
Le licenze Creative Commons sono nate originariamente negli USA in base al loro sistema giuridico locale. Successivamente sono state adattate ai vari sistemi giuridici delle altre nazioni, tra cui quello italiano, dove il diritto d’autore è regolato dalla legge 633/41 (art.6) (per informazioni vedi qui).
Tali licenze sono nate a seguito della sempre maggiore richiesta di alleggerimento delle restrizioni (e non per tutelare le opere, questo è nella direzione opposta) per le opere pubblicate su internet, cioè diffuse on-line (siti web, codici, e-book, foto e via dicendo), in modo da favorirne la distribuzione e la circolazione, mantenendo però in qualche modo sia la paternità che altri diritti esclusivi.
Le Creative Commons si basano su un insieme di 4 opzioni che descrivono tali diritti esclusivi dell’autore (dette clausole).
Le 4 clausole delle licenze CC
Attribuzione (BY)
Bisogna sempre indicare l’autore dell’opera (attributo obbligatorio) in modo che sia possibile attribuirne la paternità
(come definito dagli articoli 8 e 20).
Non uso commerciale (NC)
Non sono consentiti usi commerciali dell’opera (attributo obbligatorio) in modo che sia possibile attribuire la paternità
(come definito dal secondo comma dell’art.12)
Non opere derivate (ND)
Non sono consentite elaborazioni dell’opera creativa
(come definito dall’art.20)
Condividi allo stesso modo (SA)
Si può modificare l’opera ma l’opera modificata deve essere rilasciata secondo le stesse condizioni scelte dall’autore originale
(come definito dall’art.4)
In base a quali diritti esclusivi (clausole) l’autore sceglie di mantenere per l’opera, si definiscono le licenze Creative Commons, che vanno a licenziare in forma graduale l’intervallo che sta tra un’opera sotto Copyright ed una sotto Pubblico Dominio.
Tipi di Licenze
Le licenze Creative Commons (CC) che nascono dalla combinazione delle varie clausole descritte prima sono 6.
- BY : Attribuzione
- BY-ND : Attribuzione – Non opere derivate
- BY-NC : Attribuzione – Non commerciale
- BY-SA : Attribuzione – Condividi allo stesso modo
- BY-NC-ND : Attribuzione – Non opere derivate – Non commerciale
- BY-NC-SA :Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo
Nella figura seguente possiamo vedere come si vanno a definire nella scala dei diritti le 6 licenze CC.
Una licenza a strati
La forma di come queste licenze vengono assegnate alle varie opere costituisce un aspetto assai innovativo. L’organizzazione Creative Commons fornisce dei metadata RDF/XML standardizzati da allegare all’opera pubblicata on-line. Questi metadata oltre che a definire la tipologia di licenza assegnata all’opera ne rendono anche più facile anche il trattamento automatico. Infatti la presenza di tali metadata facilitano la diffusione automatica dell’opera attraverso dei tool in internet che ne favoriscono la ricerca come opere sotto licenza CC.
Le licenze CC si presentano con una struttura a tre strati. Ciascuno strato ha uno specifico livello di leggibilità a seconda delle funzioni che devono svolgere e a chi sono diretti.
- Legal Code
- Human Readable
- Machine Readable
Legal code (codice legale): èil primo strato ed si presenta in forma testuale. Il suo contenuto è espresso in un linguaggio strettamente legale (la licenza legale tradizionale).
Human readable (Commons Deed): èlo strato intermedio. Si presenta in forma visuale e rapidamente leggibile dagli utenti. Questo strato se preso singolarmente non rappresenta alcuna licenza.
Machine readable: è lo strato più a basso livello. Si presenta sotto forma di metadata, cioè in un formato che solo i software, motori di ricerca e altre tecnologie simili possono leggere ed interpretare (CC Rights Expression Language)
Come assegnare una licenza CC
Adesso che abbiamo visto che cosa sono le licenze CC e a cosa servono dobbiamo capire come poterle assegnare alle proprie opere.
L’organizzazione Creative Commons mette a disposizione un utile strumento per facilitare sia la scelta che l’assegnazione della licenza CC che maggiormente risponde alle nostre esigenze. Questo strumento è il CC license chooser.
Questo strumento è rappresentato da una pagina web in cui è necessario rispondere ad alcune domande riempiendo gli opportuni campi. Alla fine del procedimento, a seconda delle risposte che hai dato, riceverai una delle 6 licenze CC sotto forma di una serie di righe di codice HTML. A questo punto, non ti rimarrà che copiare tale testo HTML direttamente nella tua pagina Web in cui è presente la tua opera (se non è la stessa pagina Web).
Una cosa non meno importante e assolutamente da non trascurare è scrivere il testo descrittivo allegato alla licenza in modo che possa rispondere il più possibile alle tue esigenze. A tale proposito, comunque consiglio di andare a vedere esempi sul sito ufficiale delle Creative Commons o da esempi di testo scritti da altri prima di noi.
Ecco un esempio:
“Except where otherwise noted, content on this site is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 License“.
come potete vedere, c’è un hyperlink in corrispondenza delle parole “Creative Commons….”. Se cliccate sopra di esso, caricherete una pagina web in cui vengono riportate tutte le specifiche della licenza assegnata, in questo caso CC-BY. La pagina che vediamo costituisce lo strato Human Readable (Commons Deeds) di cui abbiamo parlato precedentemente).
Adesso il contenuto del tuo sito è licenziato “open” e pronto per la libera condivisione, per essere adattato e riusato, conservando però la paternità dei contenuti. Questo è il significato di OPEN. Purtroppo per quanto riguarda la tutela di quello che abbiamo fatto non saranno certo le licenze CC a tutelarci (anzi casomai l’opposto essendo una licenza più aperta si facilita la libera distribuzione). In realtà l’opera è tutelata al momento della creazione (così almeno in teoria) ma purtoppo nella maggior parte dei casi è nella coscienza di chi usa il materiale in rete.
Alcune considerazioni da fare prima di assegnare una licenza CC
Attenzione, riflettete bene prima di assegnare una delle 6 licenze. Ci sono alcune considerazioni importanti da fare prima.
Per prima cosa, è bene tenere sempre presente che una volta assegnata una licenza CC, questa non può essere revocata. Solo una licenza ancora meno restrittiva può essere applicata alla tua opera, avvicinandoti sempre di più al Public Domain. Infatti, una volta che hai applicato una determinata licenza CC ad una tua opera, questa circola in rete e viene distribuita secondo le restrizioni indicate dalla licenza. Una volta che tale materiale è in possesso di terzi, questi ne usufruiranno secondo le indicazioni riportate al momento dell’acquisizione, anche se successivamente avrai deciso di interrompere la distribuzione di tale opera.
Accertati sempre se il materiale a cui stai assegnando le licenze CC sia appropriato per sottostare a tali licenze. Ci sono infatti alcuni sottili situazioni in cui tale scelta può essere non appropriata o quanto mai inutile. Per esempio le licenze CC non sono adatte per i software sviluppati in quanto nella loro struttura non tengono conto del codice sorgente o di altri componenti che fanno parte dell’opera, e quindi non specificano il loro trattamento. Per tale tipologie di opere è consigliabile applicare altre classi di licenze, come per esempio quelle messe a disposizione da un’altra organizzazione, per esempio la Free Software Foundation.
Registrare la propria opera nei Content Directories
Dopo aver effettuato l’assegnazione di una licenza CC alla propria opera, un passo successivo potrebbe essere quello di inserirla all’interno di repository pubblici che contengono materiale sotto licenza CC detti Content Directories (qui puoi trovare una lista di questi servizi divisi a seconda della tipologia dell’opera: imagine, video, audio, ecc.).
Forse il più famoso di questi servizi è Flickr.com, specializzato nella distribuzione di materiale fotografico e permette a chiunque di condividere le proprie opere fotografiche. Questo sito appartiene al gruppo Yahoo e richiede un account Yahoo per poterci accedere (cosa quanto mai noiosa, dato che richiede l’inserimento del numero del cellulare obbligatorio a cui inverà un codice di verifica su di esso per l’accesso).
Questo servizio Web mette a disposizione 1Tb di spazio su cui poter caricare il proprio materiale fotografico, inoltre grazie a vari tool di ricerca puoi vedere milioni di fotografie messe in condivisione da altri utenti.
Conclusioni
Con questo articolo non è mia intensione scoraggiare gli autore a fare uso delle licenze Creative Commons. Anzi, tutt’altro. E’ solo importante avere prima una idea ben chiara dello strumento (in questo caso una licenza) che stiamo utilizzando, a cosa serve, quali sono i suoi limiti, e se è lo strumento più adatto alle nostre esigenze. Infatti, non è raro trovare persone che si lamentano nei vari blog per le Creative Commons. Questo non è imputabile alle licenze, ma a vari fraintendimenti e anche al fatto che il diritto d’autore non viene rispettato come Copyright, figuriamoci come Creative Commons.